Con l’aumento dell’aspettativa di vita e l’invecchiamento generale della popolazione, si moltiplicano studi internazionali per valutare cosa funzioni meglio per evitare complicazioni della terza e quarta età, di tipo cognitivo.
I ricercatori si sono focalizzati nella valutazione delle attività di svago, culturali e piccole occupazioni giornaliere come riordinare la casa.
I medici, i familiari, gli amici raccomandano di tenersi impegnati.
Tutti sostengono che il cervello vada tenuto in esercizio.
E’ davvero così? Queste attività sono sufficienti?
Sono davvero importanti per migliorare il rischio di demenza senile?
Lo studio
La ricerca si è svolta nel Regno Unito, in un arco di tempo di circa vent’anni.
I partecipanti circa 8000 di età media intorno ai 55 anni, 70% uomini.
Il monitoraggio è stato effettuato ogni 5 anni circa.
Tutti i partecipanti per la durata dell’osservazione hanno coltivato degli hobbies ovvero delle attività di svago poco impegnative che potevano essere la lettura, partecipare ad eventi culturali, concerti, teatro, piccoli lavori domestici ecc.
I risultati
I risultati hanno subito una attenta valutazione considerando che alcuni fra i partecipanti nel corso della ricerca hanno avuto malattie e incidenti, anche gravi mentre altri hanno subito un deterioramento delle condizioni fisiche a causa di patologie di tipo cronico.
Il monitoraggio ha evidenziato che per quanto le attività del tempo libero si fossero incrementate nel tempo l’incidenza della demenza senile non ha avuto variazioni sostanziali rispetto alla popolazione generale nella stessa fascia di età.
Possono sembrare risultati deludenti, quindi non serve a nulla tenersi impegnati?
Conclusioni
In realtà lo studio ha chiarito aspetti importanti.
Una attività leggera e poco impegnativa: di svago appunto, serve a poco.
Quello che risulta avere molta importanza è l’attività motoria, unita ad attività ricreative che comportino un certo impegno.
L’attività motoria riduce l’incidenza di malattie degenerative e permette di controllare meglio patologie come l’ipertensione, l’ipercolesterolemia e il diabete.
Inoltre stimola l’attività cardiaca garantendo una migliore ossigenazione dei tessuti, compreso quello cerebrale.
Non ultimo riduce il pericolo di cadute e di fratture.
Avere degli impegni che comportino una certa organizzazione, che vadano curati nel tempo, che richiedano assiduità.
Questa sembra essere la risposta.
Quindi non delle attività fatte per non annoiarsi.
Ma soprattutto non vita sedentaria.